Tim Weaver è un autore di thriller, ricchi di colpi
di scena e suspense, il quale sin dal primo libro, TRACCE DI MORTE, ha provocato
in me una sorta di dipendenza. Il merito va attribuito al personaggio, alla
trama, all’intreccio, alle componenti del giallo, ecc. Avendolo letto nella
traduzione italiana, forse un po’ del merito, per l’alto gradimento riscontrato,
va attribuito anche al traduttore, che ha reso questo tsunami di emozioni e
azione. È uno di quei romanzi che fra un
po’ di anni si ha la voglia di rileggere e che si è fieri di sfoggiare nella
propria libreria. È un autore che, per me, si è rivelato un’autentica scoperta.
Le sue storie non hanno punti morti. L’indagine non annoia mai, anche quando
sembra che non ci sia niente che possa accadere, giunge un elemento
destabilizzante e si ricomincia daccapo. Lo stesso protagonista, David Raker, è
costantemente in pericolo; è l’ex giornalista d’assalto che ora risolve misteri
di scomparse inestricabili; è l’uomo, con un passato doloroso, che ancora incombe,
ma è sempre un passo avanti agli altri, con un piede nel precipizio del
pericolo e nell’universo della follia.
Di David Raker viene detto: “Ti manca quel meccanismo che avverte le persone quando il troppo è
troppo. Non sai quando fermarti. Continui a tappare buchi in giro per il mondo
solo perché sai cosa si prova a perdere una persona, e non vuoi che nessun
altro debba sopportarlo. Lo stai facendo per LEI. Il caso dell’anno scorso era
per LEI. E anche questo. Stai riempiendo il vuoto che si è lasciata dietro
accollandoti le sofferenze degli altri. Io non posso competere con questo.”
È questo lato umano del nostro eroe che lo rende
più interessante, affascinante ai nostri occhi e nel quale ci si affianca e ci
si “immedesima”.
In TRACCE DI MORTE il lettore si ritrova, per la
seconda volta, accanto al complesso protagonista di David Raker, convinto di
conoscerne ogni aspetto psicologico, ma predisposto a scoprirne qualcosa di
nuovo. Il lettore si trova a seguire i suoi passi nella nuova indagine relativa
alla misteriosa scomparsa di una studentessa modello. Come ogni sparizione,
anche quella di Megan Carver, è avvolta in un alone di mistero, ma nasconde più
malvagità e follia di quelle che si riescano ad immaginare e sta al lettore
scoprirlo, leggendone ogni pagina, mentre la narrazione lo coinvolge, con il
suo ritmo serrato, avvincente, denso di colpi di scena e, allo stesso tempo,
profondamente psicologico.
Un romanzo che gli amanti del genere thriller non
potranno non apprezzare.
1 commento:
Sai che l'uomo della sabbia non mi è piaciuto granché? La storia è molto ansiogena, ti lascia un senso di inquietudine dentro, ma non ho sentito il desiderio di leggere avidamente come per altre storie.
Buona giornata!
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