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mercoledì 4 aprile 2012

La lunga notte di Linda Castillo


Ho visto l’omicidio in ogni sua esecrabile forma. Ma non mi ci abituerò mai. Pupottina, invece, ne ha letti tanti di thriller emozionanti, ma, al momento, La lunga notte di Linda Castillo le sembra essere il più bello che abbia mai letto, il più emozionante, avvincente, forse anche troppo feroce e violento per essere letto da un’anima, facilmente suggestionabile, come lei. Più volte Pupottina è stata lì lì per abbandonarlo, per farlo diventare uno di quei libri che restano, non terminati, ad affollare uno scaffale, ma poi la storia, anche se crudele, oltre l’umana comprensione, l’aveva già presa troppo per mollare. Esattamente come accade al capo della polizia della contea, Kate Burkholder, l’atroce fine della famiglia Plank, un nucleo di pacifisti Amish, sterminati in una notte sola, diventa il caso più importante da approfondire, finché non verrà data loro giustizia.
Ecco la trama e poi un’altra citazione da questo libro che, se avrete la forza di leggere fino alla fine, non vi deluderà.
Ecco a voi i Plank, una delle famiglie della comunità Amish di Painters Mill, Ohio. Ecco a voi madre, padre, cinque figli: loro la vita è una litania di giorni tutti uguali, il lavoro nei campi, i riti che ne sostanziano la fede, le tradizioni della confraternita cui appartengono da sempre. Poi, nel corso di una notte, il loro piccolo paradiso va in frantumi. Qualcuno penetra all’interno della fattoria ed è un massacro, uccisi i genitori, lungamente torturate e uccise le ragazze, Mary e Annie, uccisi i bambini. Solo il  buio chiude  il sipario sui passi silenziosi dell’assassino: alle sue spalle,  un lago di sangue. Kate Burkholder, capo della polizia della contea,  viene chiamata a dirigere le indagini. Ma non ci sono indiziati, nessuna traccia, nessun movente che indichi una pista: il colpevole sembra venuto dal nulla, come un artiglio invisibile e crudele. Kate in passato è stata una Amish, sa che non possono esserci ombre nella vita delle vittime: eppure, nella vita di Mary Plank qualcosa di oscuro inizia ad emergere, il peso di un segreto che a poco a poco si tinge di orrore …

Queste parole sono talmente orribili e perverse che pronunciarle mi fa male. È fin troppo facile per me immedesimarmi in questa ragazza. Riesco a immaginare il suo panico, il suo terrore con una chiarezza che mi spaventa. Tutto quel che riesco a pensare è: Come può un essere umano fare questo a un altro essere umano? È la parte di me che resta aggrappata all’ombra della mia innocenza a porre la domanda. L’altra parte di me, quella che non sarà mai più innocente, conosce la risposta. Ci sono mostri che vivono fra noi. Persone che apparentemente non sono diverse da me o te, ma alle quali manca una componente fondamentale dell’essere umano: una coscienza.

La copertina di La lunga notte è molto bella nei colori ed è simbolica di quello che accade in quella pacifica fattoria, gestita da un gruppo di Amish, e che verrà descritto, lungamente per quasi 100 pagine, senza annoiare, ma sconvolgendo il lettore.
Il titolo originale “Pray for silence” è appropriato alla vicenda. Man mano che la si legge, pagina dopo pagina, sembra sempre più calzante. Anche “La lunga notte”, sebbene diverso dal titolo originale, rende l’idea delle mostruosità che vengono commesse in quella sola notte, per coprire ben altri segreti. Ogni cosa è costruita per depistare, per non essere chiara, per nascondere la verità.
VOTO 10+

*** AVVISO SPOILER ***
Chi non ha letto questo libro ed ha intenzione di farlo, non continui a leggere, perché nel commento di seguito, Pupottina svelerà molte parti, unicamente per stimolare un dibattito con chi lo ha già letto.

Bella anche la scrittrice che con questo volto, così solare e sereno, sembra più adatta a storie di passione ed amore, mentre invece è capace di raccontare i più efferati dei crimini, gestendo bene trama ed intreccio.
I capitoli, tutti piuttosto lunghi, sono scritti in prima persona quando a raccontare è Kate Burkholder, mentre sono in terza persona quando sono gli altri protagonisti. Ci sono anche alcune pagine di diario dove la narrazione è focalizzata sugli ultimi mesi di vita di una delle vittime.
Si parte con 7 vittime ed altre se ne aggiungono, perché qualcuno cerca di occultare una lunga carrellata di segreti, sogni infranti e brutalità commesse.
Alcune cose di questo libro, leggendolo, non le capivo perché erano appena accennate. Mi incuriosivano. Avrei voluto che il libro le approfondisse. Poi ho fatto una ricerca in rete ed ho scoperto che questo è il secondo libro della Castillo. Le cose cui si accenna e che riguardano la vita privata dell’agente Kate Burkholder sono raccontate ed approfondite nel suo primo libro, Costretta al silenzio del 2010 (mi riprometto di cercarlo e leggerlo presto). Il passato di Kate è nel mondo degli Amish, comunità da cui si è allontanata, non proprio volontariamente, in seguito ad uno stupro e all’omicidio per legittima difesa del suo aggressore. Quindi, già il capo della piccola contea è un personaggio pieno di spessore, una figura femminile intensamente sofferta, che non ha chiare le idee sul suo presente e sul suo futuro. Ma è certo che sa fare il suo lavoro, anche se questo caso, forse più degli altri, la sta coinvolgendo, non solo per l’efferatezza degli omicidi, ma perché riguarda la comunità Amish, di cui faceva parte, e lei si identifica con una delle vittime.
La sua vita privata si mescola con l’indagine in tutte le sue fasi. Si parte dal ritrovamento  per poi passare all’analisi della scena del crimine. I dettagli rendono intensamente forte e macabre le prime pagine in cui tutto viene approfondito. Anni ed anni di CSI e tutto il resto non preparano a questa scena del crimine! Scoprire la verità su quella notte è l’obiettivo della Burkholder, della Castillo, ma anche del lettore che resta intrappolato in questa serie di capitoli interminabili che, però, stranamente, non annoiano, ma rallentano l’agonia della scoperta di ogni malvagità, racchiusa ed approfonditamente raccontata in queste 400 pagine di romanzo, genere Amish thriller. Il macabro, la morte, la mancanza di coscienza di chi ha commesso la strage sono gli elementi dominanti, insieme all’angoscia e al senso di impotenza, mentre si nota che l’indagine non dà i successi sperati. Niente è immediato. Tutto è lento, ma avvincente allo stesso tempo. I sospettati sono così tanti. Quasi nessuno è escluso. Il colpevole deve essere preso e il lettore ci spera. La brutalità che ha caratterizzato quella notte, quella lunga notte, deve non doversi ripetere mai più.

Lo consiglio a chi adora i thriller ben fatti, con la trama avvincente, la scrittura fluida e piacevole, l’intreccio fatto di colpi di scena costruiti ad arte. Se vi affascina la vita degli Amish, in questo libro avrete modo di scoprire meglio la loro mentalità pacifica.

Voi l’avete letto? Vi è piaciuto?
Che idea avete delle comunità religiose degli Amish?
Fino a che punto una storia efferata, vi coinvolge, mentre la leggete?

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